Miele

Il Miele

di Sergio Maria Teutonico

 
 
Una delle più antiche tradizioni gastronomiche dell’umanità, parola evocatrice di dolcezza, frutto dell’opera laboriosa delle api: il miele. Impariamo dunque a conoscere ed apprezzare i valori di questo prezioso e delizioso alimento, per attribuire i giusti onori ai piccoli produttori volatili.
 
 
 
miele
 
 
 
Per molto tempo è stato l’unico dolcificante disponibile all’uomo, gustoso e dolce fino all’inimmaginabile.
Nettare e melata vengono racimolati di fiore in fiore per poi mescolarsi insieme e maturare nei favi dell’alveare.
Che il miele fosse conosciuto già migliaia di anni fa è testimoniato dai vasetti pieni contenuti nelle tombe dei faraoni egiziani.
Ermeticamente chiuso in vetro, quel miele è giunto fino ai nostri tempi perfetto e immutato.
L’uso del miele in cucina è purtroppo caduto in disuso a causa del vasto proliferare dello zucchero comune, che lo ha sostituito come dolcificante di base e lo ha quasi reso un prodotto di nicchia.
Resta però un alimento difficilmente rimpiazzabile per intensità del sapore, proprietà di conservazione e anche per i benefici che offre al fisico rispetto allo zucchero, specie se raffinato.
In realtà negli ultimi tempi il suo consumo sta lentamente tornando in auge sull’onda della tendenza di riscoperta dei sapori antichi e del benessere anche a tavola.
Esistono fra l’altro molteplici varietà di miele reperibili sul mercato, ognuna caratterizzata da uno specifico gusto, grado di dolcezza, colorazione e proprietà nutritive.
Le differenze fondamentali dipendono chiaramente dalla pianta da cui ha origine.
Il più comune in Italia è il miele d’acacia, dal sapore classico e non stucchevole, colore paglierino tendente al trasparente: il gusto delicato permette di dolcificare senza alterare gli aromi.
E’ molto apprezzato dai bambini e viene usato come calmante per tosse e raffreddori.
Molto simile è il miele di agrumi, differente solo per il profumo più intenso, non si discosta molto da queste caratteristiche nemmeno il miele di millefiori, fortemente indicato per la prima colazione in quanto ricco ed energetico.
Un miele completamente differente rispetto a quelli citati è il miele di castagno, caratterizzato da un colore ambra scuro, tendente a rossastro, e da un sapore deciso, amarognolo e pungente.
E’ un miele molto indicato come accompagnamento per formaggi e cibi salati, possiede anche ottime proprietà nutritive, che lo rendono molto utile per chi ha problemi di cattiva circolazione.
La sua minore componente di zucchero ne fa uno dei pochi dolcificanti consumabile anche da chi soffre di diabete.
Il miele di timo era considerato il migliore nell’antica Grecia, ha sapore e odore molto intensi e viene prodotto nelle zone montuose della Sicilia.
Molto particolare, infine, è il miele di corbezzolo, che presenta un colore ambrato con tonalità grigio-verdi, un odore pungente simile ai fondi di caffè e un sapore paradossalmente amaro.
Forse non tutti sanno che il miele non è solo un prodotto da cucina e sia gli Egizi che i Sumeri lo utilizzavano sia come ingrediente per creme di bellezza che per unguenti contro piaghe e ferite.
Anche nella medicina ayurvedica (tradizionale dell’India) il miele viene considerato come sostanza purificatrice, afrodisiaca, cicatrizzante e antitossica per non parlare del suo diffuso impiego come conservante alimentare.
Dal miele si ricava anche una bevanda alcolica semplicissima e antichissima: l’idromele, composto nella sua versione di base da miele appunto, acqua e lievito.
Con gli strumenti adatti, è piuttosto facile da peparare anche in casa.
La ricetta prevede 2kg di miele, 3L di acqua e un panetto di lievito di birra.
Il miele va sciolto nell’acqua, tenendolo a 90° per qualche minuto per poi versare la miscela in un fiasco da 5L.
A questo punto va aggiunto il lievito sciolto in acqua appena tiepida, chiudere il fiasco con un tappo gorgogliatore e lasciare riposare per un mese.
A questo punto il liquido fermentato va travasato in bottiglie a chiusura ermetica di vetro scuro e lasciato invecchiare per 3 mesi almeno.
Trascorso il tempo necessario potrete gustarlo e vi sorprenderete da soli del risultato ottenuto.
 

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  1. Grazie per questo bellissimo post.
    Non so se lo ricordi, ma io amo tantissimo il miele e lo utilizzo anche per dolcificare il caffè.
    Porto sempre con me (in borsetta!) un piccolissimo barattolo di miele di sulla, che considero il più neutro in assoluto, forse assai più di quello di acacia.
    In Sardegna abbiamo una buona produzione di miele. I più caratteristici sono senza dubbio Cardo ed Eucaliptus (che alcuni anni fa ha rischiato di “estinguersi” a causa di un pericoloso parassita), ma c’è una buona tradizione anche di Asfodelo (soprattutto nelle annate piovose), Millefiori e Agrumi.
    Questo prodotto da noi è molto utilizzato nella produzione dolciaria. Si utilizza per preparare la sapa e per guarnire tantissime prelibatezze, dalle sebadas agli acciuleddi galluresi.
    Amo molto utilizzare il miele, sia per le sue straordinarie e innegabili proprietà nutrizionali, sia per il gusto meraviglioso.
    Quindi….. Lunga vita alle Api!!!

  2. Caro Chef,
    ho trovato molto interessante il tuo post. E’ importante far conoscere il miele non solo come “curativo” nel periodo invernale, ma come vero e proprio alimento. Numerosi sono i nettari prodotti dai fiori ed altrettanti sono i mieli che ne derivano,come tu hai scritto, il tutto grazie ad insetti operosi. Non mi è mai piaciuto il miele da bambino perchè troppo dolce, ma con il tempo ho scoperto nei mieli dei gusti incredibili.(Lo sapevi che il miele di carrubo ricorda al naso ed in bocca il “minestrone di verdure”??).
    Un saluto.

  3. Il mio preferito è il miele di Castagno … lo adoro!

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